[Articolo 18] E’ sempre colpa dei lavoratori

In allegato la locandina da stampare e appendere.
Di fronte ad una crisi sempre più mordente e ad una disoccupazione galoppante, i figli degeneri (e degenerati) della Scuola di Chicago, fedeli al loro fanatismo neoliberista, non trovano nulla di meglio che attaccare nuovamente i diritti dei lavoratori (articolo 18, divieto di demansionamento e di controllo a distanza); come se questi siano la causa di una situazione che è frutto, invece, delle stesse politiche e ideologie perseguite dagli ultimi governi ed espresse con maggiore fedeltà e sadismo dai membri dell’attuale maggioranza (PD in primis).

La realtà dei dati ci dice che l’introduzione del precariato e la deregolamentazione dei contratti di lavoro non ha combattuto la disoccupazione che, anzi, è cresciuta soprattutto tra i giovani dove maggiore è l’applicazione delle nuove forme contrattuali. L’unico obiettivo prefissato e raggiunto è stato la compressione dei salari, la ricattabilità dei lavoratori e il peggioramento delle condizioni di vita.
Abolizione dell’articolo 18, smantellamento della sanità e della scuola pubblica, svendita dei settori strategici: ecco come i referenti locali delle multinazionali e della finanza internazionale, procedono nel piano per fare dell’Italia un serbatoio di manodopera a basso costo e senza diritti.
Opporsi a questo progetto non solo è nel nostro interesse, ma è anche un dovere morale nei confronti delle future generazioni. Come già 10 anni fa è necessaria una grande mobilitazione di massa affinché la parità tra i lavoratori si verifichi tramite la conquista dei diritti per chi non ce li ha e non con la loro negazione per tutti.