Costituita la cassa di resistenza

Non sappiamo quanto durerà l’ottimismo che, sulla scorta degli 80 euro mensili (per chi li ha avuti), sembra aver contagiato molti italiani.
La realtà che ci circonda non ci induce certo a prevedere un futuro roseo per il mondo del lavoro, e quindi noi confermiamo uno dei nostri impegni elettorali: la costituzione di una cassa di resistenza per prossimi scioperi.

La cassa ci permetterà, in occasione di scioperi di una giornata, con manifestazione, di restituire una parte della trattenuta ai lavoratori che si mobiliteranno.
La cassa si alimenta con le indennità fisse percepite dalla componente CGIL in Senato Accademico, cioè dai due rappresentanti che rinunciano a trattenere questi soldi versandoli invece nel conto comune. Per calcolare gli importi al netto delle tasse è evidentemente necessario un certo periodo di tempo dopo la chiusura dell’anno fiscale, ragione per la quale oggi in cassa ci sono gli emolumenti del 2012. Poco male: per fortuna, o purtroppo come pensiamo noi, di scioperi di un certo rilievo, negli ultimi tempi, non ce ne sono stati.

Da anni sosteniamo, nei nostri comunicati e all’interno della nostra organizzazione sindacale, che gli scioperi, quando ci vogliono, devono essere una cosa seria, non possono essere puramente dimostrativi. Nel nostro piccolo crediamo che alleviare, anche solo parzialmente, il sacrificio economico di chi si prende l’onere di scioperare partecipando a un presidio o a una manifestazione, vada in questa direzione.