Job Acts: quanto vale il futuro dei nostri figli?

Il governo Renzi, in quanto a distanza tra le parole e i fatti, non è secondo a nessuno. Vediamo che cosa è successo col famoso “Jobs act”.

Le chiacchiere: il governo si impegna a fare del contratto a tempo indeterminato la forma prevalente di contratto, riducendo le tipologie di contratti precari.
La realtà: il governo ha varato un decreto, appena convertito in legge, che facilita alle imprese l’utilizzo di contratti a tempo determinato e di apprendistato.
Vediamo come:

  • Non sarà più necessario scrivere la causale nei contratti a tempo determinato.
  • I contratti a tempo determinato non possono superare il 20% dell’organico e possono essere prorogati fino a 5 volte in un triennio. Chi viola questo limite sarà sanzionato con una semplice ammenda (non più con l’obbligo di assunzione).
  • Per quanto riguarda l’apprendistato si riduce l’obbligo di assumere almeno una quota di apprendisti prima di prenderne altri e si escludono le aziende sotto i 50 dipendenti (la stragrande maggioranza).

Che implicazioni ha tutto ciò? Chiunque voglia assumere un lavoratore sa che potrà di fatto tenerlo per 3 anni in prova. Poi può decidere se tenerlo o prenderne un altro in prova. In alternativa può scegliere la via dell’apprendistato, pagandolo sensibilmente di meno. Con una disoccupazione giovanile al 45% si dice che questo servirà ad aumentare le assunzioni.
La realtà è ben diversa. Da diversi anni viene aumentato il precariato (che loro chiamano flessibilità), ma la disoccupazione continua a crescere. Il nuovo decreto serve a fornire nuovi lavoratori completamente ricattabili (la causalità del contratto è stato un argine al dilagare dei contratti a tempo determinato) e quindi sempre meno pagati.
La nuova generazione di disoccupati, o di precari completamente ricattabili, è la generazione dei figli di gran parte di noi. Quindi, anche se le università non saranno coinvolte, noi lavoratori saremo sempre coinvolti direttamente.
Chi ha votato in parlamento questo ennesimo scempio? Il PD (tutte le correnti interne, da Renzi a Civati), il Nuovo Centrodestra, Scelta Civica.
La CGIL, nonostante tutte le speculazioni di politici e di una stampa sempre più asservita, ribadisce la sua contrarietà a chi non aumenta l’occupazione, ma la miseria e la disperazione.
BASTA CHIACCHIERE, BASTA PRECARIATO!