I lavoratori dell’AMT (Azienda Mobilita’ e Trasporti) di Genova hanno scioperato per 5 giorni contro la privatizzazione del trasporto pubblico.
Non da oggi si impongono selvagge privatizzazioni dei servizi essenziali su tutto il territorio nazionale; questa scelta non può lasciarci indifferenti, essendo quella contro il servizio pubblico un’offensiva che viene messa in opera da tutti i governi, di qualsiasi orientamento politico, ormai da diversi anni.
Privatizzazione non significa solo cessione di un patrimonio pubblico ad aziende private che ricercano unicamente il loro profitto e non certo la qualità del sevizio stesso. Significa anche aumento delle tariffe e tagli ai servizi per i cittadini, aumento dei carichi di lavoro, tagli al salario ed esuberi per le lavoratrici e i lavoratori.
Non siamo in grado di valutare ora i risultati dell’accordo raggiunto, ma almeno il progetto è stato bloccato. La lotta paga: riteniamo importante che si sia scelta la modalità dello sciopero a oltranza, anche in barba alla l.146/90: da anni diciamo, anche alla nostra sigla sindacale, che lo sciopero deve bloccare produzione e servizi, e non limitarsi a un atto dimostrativo.
Quindi la mobilitazione dei lavoratori dei trasporti pubblici di Genova, a cui si sono aggiunte/i anche lavoratrici e lavoratori di altre municipalizzate e di altre categorie, non è una questione che riguarda solo loro e i cittadini di Genova.
Oltre che una doverosa solidarietà con chi porta avanti un conflitto sindacale, che è anche nostro, segnaliamo alle colleghe ai colleghi che verranno messe in atto iniziative di sostegno economico ai tranvieri che stanno ricevendo e riceveranno personalmente salate multe per “astensioni improvvise dal servizio”. Noi terremo informati le lavoratrici e i lavoratori sulle modalità di queste iniziative.