Perche’ l’una tantum ci spetta

Nell’ultimo incontro di trattativa abbiamo chiesto nuovamente la distribuzione del saldo dell’una tantum del fondo comune d’ateneo (importi oscillanti tra i 300 e i 400 euro a testa).

Le resistenze dell’amministrazione sono dovute soprattutto al fatto che quest’anno le entrate da conto terzi si sarebbero ridotte.

La realtà è un po’ differente: alcune voci sono calate, altre sono cresciute, ma contribuiscono percentualmente in modo minore alla composizione del fondo.

Inoltre, come denunciato da tempo, noi svendiamo le nostre aule. Le tariffe non vengono aggiornate dal 2002. Il danno è al bilancio d’ateneo e alle nostre tasche visto che questi proventi entrano nel fondo comune d’ateneo.

L’amministrazione, in pratica, ci sta dicendo che piuttosto che far aggiornare il regolamento sui fitti attivi ci diminuisce gli stipendi. Possiamo accettare una simile follia?

La nostra proposta è:

per l’anno in corso trovare le risorse mancanti per pagarci l’una tantum aumentando il prelievo dal capitolo relativo alle sponsorizzazioni, per i prossimi anni aggiornare finalmente le tariffe per l’affitto degli spazi.

Tutti i candidati rettore in campagna elettorale hanno riconosciuto che i nostri stipendi sono troppo bassi. Il CdA ha recepito nel dicembre 2012 un parere del senato accademico che invitava a trovare nuove risorse anche per il fondo comune d’ateneo. Troveremmo veramente inaccettabile che il primo anno di mandato del nuovo rettore si concludesse con una riduzione dei nostri stipendi!