Chi ha fatto cosa – Breve riassunto politico degli ultimi 6 anni

Ormai non è più una novità. Sono anni che i lavoratori si trovano sotto attacco e solo una mobilitazione popolare potrà invertire questa tendenza. Ogni mese viene alzata un po’ di più l’asticella dell’offensiva contro i lavoratori. Non tutto insieme, un po’ alla volta. Perciò, per avere una visione d’insieme, abbiamo provato a riassumere i provvedimenti legislativi salienti entrati in vigore dal 2008 a oggi.

 Governo Berlusconi (con i voti di PDL e Lega Nord):
• aumento dell’iva dal 20% al 21% (l.148/11);
• tagli al Servizio Sanitario Nazionale e reintroduzione del ticket per pronto soccorso e visite specialistiche (l.111/11);
• blocco stipendi del pubblico impiego fino al 31/12/2014 (l.111/11);
• blocco delle assunzioni nel pubblico impiego. Assunzioni nel limite del 20% dei cessati dell’anno precedente (l.133/08, l.122/10);
• progressioni orizzontali non economiche ma solo giuridiche (l.122/10);
• taglio del 10% del fondo del salario accessorio (l.133/08);
• riforma dell’università. Il governo degli atenei in mano ad un rettore monarca e un CdA composto per metà da privati (l.240/10);
• riforma della pubblica amministrazione. Fasce di merito per i lavoratori e fine della contrattazione sindacale in materia di organizzazione del lavoro (d.lgs.150/09);
• taglio dei finanziamenti alle università pubbliche ed al diritto allo studio (l.133/08, l.203/08, l.191/09).

Governo Monti (con i voti di PD e PDL):
• manomissione dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Nessun reintegro per licenziamento per motivi economici/organizzativi ma solo indennizzo (l.92/12);
• riforma delle pensioni. Per la pensione d’anzianità, innalzamento da 40 a 42 anni di contributi e per la pensione di vecchiaia, innalzamento da 60 anni(donne)/ 65 anni(uomini) a 67 anni. Nessuna validità ai fini pensionistici dei giorni di sciopero e dei permessi per l.104 (l.214/11, l.14/12);
• tagli al Servizio Sanitario Nazionale e tagli ai trasporti pubblici (l.135/12);
• aumento addizionale regionale irpef da 0,9% a 1,23% (l.214/11);
• diminuzione deduzioni e detrazioni (l.228/12);
• riduzione del ticket mensa a 7 € (l.135/12);
• imu. Tassa sulla prima casa (l.214/11);
• tares. Tassa rifiuti (l.228/12);
• taglio dei finanziamenti alle università pubbliche ed al diritto allo studio (l.183/11);
• riforma degli armonizzatori sociali. Riduzione della cassa integrazione (l.92/12);
• blocco delle assunzioni nel pubblico impiego. Assunzioni nel limite del 20% dei cessati dell’anno precedente (l.135/12);
• aumento dell’iva dal 21% al 22% con decorrenza luglio 2013 (l.228/12).

Governo Letta (con i voti di PD, PDL e Scelta Civica):
• nessun’abolizione dell’aumento dell’iva dal 21% al 22% deliberata dal precedente governo (l.228/12);
• trise. Nuova tassa comprendente imu+tares con la tassa sulla casa dovuta anche dagli inquilini in affitto e più favorevole per le case grandi (legge stabilità 2014- in fase di discussione);
• diminuzione detrazioni (legge stabilità 2014- in fase di discussione);
• taglio del 10% del monte straordinari del pubblico impiego (legge stabilità 2014- in fase di discussione);
• mantenimento del blocco stipendi del pubblico impiego fino al 31/12/2014 (legge stabilità 2014- in fase di discussione).

I risultati di queste politiche? Disoccupazione salita al 12,5% con quella giovanile addirittura al 40,4%! La povertà assoluta è cresciuta fino al 6,8% e quella relativa al 12,7%!

Visto che il loro unico scopo è salvaguardare rendite e profitti, non illudiamoci: finchè governeranno imporranno sacrifici solo alla classe lavoratrice.

Non nascondiamo che come Cgil d’Ateneo siamo stati molto critici di fronte a certe scelte della nostra segreteria nazionale ma almeno la Cgil ha battuto un colpo in questi anni: una decina gli scioperi fatti solo nel comparto scuola-università-ricerca. Invece, di fronte a questa catastrofe, la Uil ha scioperato solo una volta e la Cisl addirittura mai! Se non è questa complicità, che cos’è?

Chi non giudica la realtà da questi fatti, fa un torto alla propria coscienza.

Cambiare è una necessità. Solo una mobilitazione popolare senza precedenti potrà operare una controffensiva per fare quel che va fatto. Alcuni esempi di che fare?
• abolizione del precariato;
• maggiore tassazione delle rendite e dei profitti per garantire stipendi più alti e maggiori politiche sociali a sostegno dei cittadini;
• diritti veri, certi e comuni per tutti i lavoratori dipendenti assicurati con il rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali;
• ticket SSN proporzionale al reddito;
• taglio degli stipendi e del numero dei parlamentari;
• sblocco degli stipendi del pubblico impiego, a partire dai più bassi;
• tetto massimo alle pensioni d’oro;
• taglio delle spese militari;
• abolizione delle grandi opere inutili (la TAV in Val di Susa, il MOSE di Venezia, ecc);
• produzione dell’energia degli edifici pubblici da fonti rinnovabili;
• scuole e università pubbliche adeguatamente finanziate;
• risorse per garantire il diritto allo studio agli studenti privi di mezzi al fine di realizzare una vera uguaglianza nella cultura;
• abolizione del finanziamento pubblico alle scuole private.