Un passo avanti e due indietro

Commentiamo tre recenti episodi, il primo positivo e gli altri due negativi.

A seguito delle continue richieste di non stampare più la rivista “Sistema università”, rimaste sempre senza risposta, numerosi lavoratori si sono organizzati e hanno deciso di restituire la propria copia alla redazione, chiedendo di essere esclusi dall’indirizzario.

Pur non essendoci stata una risposta formale, ci sembra di capire che l’amministrazione abbia finalmente preso in considerazione l’idea di evitare, per lo meno, l’invio della rivista al personale interno, che potrà comunque leggerla on line. Uno spreco di carta e di risorse in meno.

Il CdA del 25/6 ha deciso di proporre una selezione per un contratto di diritto privato biennale per individuare il nuovo responsabile della comunicazione, con compenso di € 150.000 più oneri. Come in passato, questa figura non si occuperà dell’ufficio stampa, lasciando scollegati i due aspetti della comunicazione. Come abbiamo già sostenuto riteniamo sbagliato rivolgersi all’esterno. Tra i compiti istituzionali del precedente responsabile c’era la formazione di figure appartenenti ai ruoli dell’ateneo che, dopo 6 anni, dovrebbero essere state formate.
Chiediamo che un compito come quello del responsabile della comunicazione sia strutturale e quindi ricoperto da una persona interna ai ruoli dell’ateneo.

Il CDA del 23/7 ha approvato un nuovo contratto da dirigente, biennale, che “accompagnerà” alla pensione il dott. Federico Di Lauro, attuale Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) e mobility manager dell’ateneo. Nel 2010, alla prima nomina, avevamo contestato la decisione di affidare contratti di diritto privato per dirigenti a persone che provengono dai ranghi dell’ateneo (vedi comunicato: Poco diligenti). Si tratta praticamente delle uniche figure che riescono a far carriera senza nemmeno lo sforzo di sostenere un concorso pubblico. Il sospetto, giusto o sbagliato, che tratti di “premi alla fedeltà” diventa subito vox populi e in molti provano sempre più insofferenza verso queste carriere. Coerentemente, in senato accademico, abbiamo contestato la scelta di prevedere nel regolamento generale queste figure (chi è interessato può leggersi il nostro resoconto: Resoconto Senato Accademico del 29042013)
Per quanto riguarda l’incarico di RSPP riteniamo che l’ateneo non dovrebbe affidarsi a contratti a tempo determinato, ma piuttosto rivolgersi a un interno, non un dirigente, che abbia un’ottima conoscenza dell’ateneo e svolga questo compito a tempo pieno.
Condividiamo comunque il giudizio dato dalla RSU. Oltre ad alcune inadempienze, come la mancata effettuazione delle prove di evacuazione, è percezione diffusa che molte strutture dell’ateneo presentino gravi problemi, e anche il rettore, dopo alcuni sopralluoghi, affermò in Senato di essere estremamente preoccupato per la sicurezza. Non possiamo attribuire all’attuale RSPP la responsabilità di una situazione dovuta a una pluralità di fattori, ma certo in questi anni i lavoratori non hanno avuto la percezione di un suo particolare impegno per affrontare almeno le situazioni più gravi.
Facciamo infine presente che, stante il limite di dirigenti a tempo determinato sul totale, previsto dall’art.19.6 del d.lgs.165/01 modificato dal d.lgs.150/09, la scelta operata dal CdA preclude la possibilità di affidare l’incarico di direttore generale con contratto a tempo determinato.