Il nostro Ateneo, all’interno di un convegno organizzato dal Centro Interdipartimentale Studi e Ricerche “Donne e Differenze di Genere”, oggi si collega in videoconferenza con la Ministra Fornero.
Un esempio di donna che ha fatto carriera, che è riuscita ad arrivare in cima, là dove pochissime riescono.
E probabilmente, alla pari, e forse più dei suoi colleghi uomini, riuscirà finalmente a cancellare quest’articolo 18. A dare il colpo di grazia al nostro già misero stato sociale. A cancellare dalla quotidianità quel che resta di giustizia sociale.
In questo 8 marzo vogliamo guardare i fatti.
E’ un fatto che lavoro precario-flessibilità-taglio alla spesa pubblica non costituiscono innovazione ma relegano le donne a un ruolo di sempre più marcata dipendenza ed emarginazione.
E’ un fatto che tutti i giorni decine di lavoratrici sono espulse dai luoghi di lavoro sotto l’incudine della crisi e nel silenzio-assenso del governo dei banchieri.
E’ un fatto è che nel nostro Ateneo ci sono lavoratrici che lavorano con bassissimi salari e che rischiano di essere licenziate. Grazie ad un sistema di sfruttamento, ormai consolidato, con cui questo governo sembra proprio andare a braccetto. Sono le donne delle pulizie, le ultime in classifica.
E’ un fatto che in un Ateneo che organizza per l’8 marzo convegni sulle questioni di genere, nessuno ha mai pensato a chiedere alle donne che ci lavorano cosa pensano della riorganizzazione che è alle porte.
Il fatto non è la carriera. E’ la lotta.
Cara ministra e care docenti organizzatrici del Convegno, l’unico esempio che ci sentiamo di riconoscere è quello di chi porta emancipazione e giustizia alle donne (e agli uomini) di ogni ordine e grado e non chi, in carriera o meno, le impoverisce e le svende al libero mercato!
Buon 8 marzo a tutte le donne che lottano per un mondo senza sfruttatori e sfruttati.
Con un’avvertenza: le date e le ricorrenze sono delle buone occasioni per far emergere o riemergere problemi che però devono trovare cittadinanza e risposte per tutto l’anno.