Manovre patriarcali

Le stangate che si sono susseguite da questa estate sino all’ultima del governo Monti hanno aumentato pesantemente l’età pensionabile di uomini e donne.

Dalla discussione pubblica è però completamente scomparsa la questione del forte aumento dell’età pensionabile delle donne e dei problemi che tale aumento provoca.

Vi ricordiamo che indagini svolte sui lavori di cura, che gravano quasi completamente e in generale sulle spalle delle donne, calcolano da un minimo di 3,5 anni a un massimo di 7 anni il lavoro aggiuntivo che le donne si debbono sobbarcare oltre alla normale attività lavorativa.
Inoltre le donne percepiscono di norma pensioni più basse di quelle degli uomini dato che mediamente lo stipendio delle donne è il 23% inferiore di quello di un uomo.

E che le donne debbono spesso interrompere la loro attività lavorativa, o ricorrere al part-time, per problemi vari.

Per finire tutte le manovre hanno tagliato pesantemente i finanziamenti agli enti locali e questo, lo sappiamo per esperienza, si traduce il più delle volte in una diminuzione dei servizi sociali, taglio dei servizi che spessissimo si scarica sulle donne.

Quindi per le donne queste manovre hanno significato un aumento dell’età di pensionamento (e di
conseguente doppio carico di lavoro) con una pensione ulteriormente decurtata dal meccanismo contributivo.

Da questo punto di vista non c’è sostanziale differenza tra il governo Berlusconi e quello dei “tecnici”: sono entrambi governi con un forte impronta patriarcale.

UN ULTERIORE BUON MOTIVO PER SCIOPERARE IL 19 DICEMBRE