Il nostro Ateneo è poco internazionalizzato: ha pochi scambi con atenei stranieri e attrae pochi studenti stranieri. Sicuramente è un problema, e quando in passato l’amministrazione ci ha manifestato a più riprese la volontà di investire in questo settore abbiamo trovato che fosse una scelta giusta.
Ora, però, veniamo a sapere che il CdA ha deliberato un contratto, proposto dall’ Area Affari Istituzionali, Internazionali e Formazione, che prevede di affidare il reclutamento di un certo numero di studenti stranieri provenienti da diverse aree geografiche (massimo 100) a una società privata. L’importo che dovremo pagare, se verranno reclutati tutti, sarà di € 114.000 + IVA. La società, infatti, affiderà il reclutamento a degli “scouts” che in diversi paesi pre-selezioneranno gli studenti, e ne ricaveranno una commissione.
La proposta deriva, tra l’altro, dalla constatazione che la nostra università è poco attrattiva per gli stranieri e che i ranking internazionali che distribuiscono punteggi ai vari atenei utilizzano come parametro anche il numero di studenti stranieri attratti.
Non ci è quindi ben chiaro perché dovremmo pagare € 1.140 + IVA per studente. Per avere un punteggio maggiore nei ranking internazionali? Ma non sarebbe meglio chiedersi perché la Statale sia così poco attrattiva e cercare di incidere sulle cause?
Inoltre quel che più ci preme è stigmatizzare il continuo ricorso a società esterne. Altri atenei stipulano accordi con paesi e con atenei stranieri, non mandano in giro reclutatori. Lo fanno utilizzando e valorizzando i lavoratori in organico. E questa ci sembra la strada che anche il nostro Ateneo dovrebbe seguire. Invece la Statale ricorre, come abbiamo in passato denunciato per altre attività, a società esterne come se non disponesse di lavoratori adeguatamente qualificati.
Non sarà invece che i dirigenti che non sanno come affrontare i problemi trovano più facile scaricarli su società esterne? Non sarà che se siamo così poco attrattivi c’è anche un ritardo e una responsabilità di certi dirigenti?
Noi siamo invece per “INTERNALIZZARE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE” sviluppando e valorizzando le competenze interne.