Lucciole e lanterne

Non succede solo in Italia: nella “tranquilla” Gran Bretagna una manifestazione contro un forte aumento delle rette universitarie è finita con l’incendio della sede del partito conservatore e poi, in agosto sono letteralmente andate a fuoco le principali città. In Grecia ogni sciopero e manifestazione porta a scontri con la polizia e gravi incidenti.

Quel che è successo a Roma il 15 ottobre non ci può sorprendere. C’è una generazione intera che è stata definita: “Generazione senza futuro” e “Generazione mille euro”. Ci sono lavoratori cassaintegrati a 700 euro al mese, con la prospettiva di venire licenziati definitivamente. C’è chi guadagna anche molto meno con lavori precari e saltuari, per non parlare di chi ha già perso il lavoro e non ne trova altro.

Di conseguenza in Italia, come dimostra anche il rapporto Caritas, la povertà sta aumentando vertiginosamente, anche grazie allo smantellamento di scuola pubblica, sanità e altri servizi sociali. Come sempre durante le crisi economiche aumenta parallelamente la ricchezza di poche persone.

Chi può pensare che in una situazione simile non si producano esplosioni di violenza?

Non ci si ripeta il solito stupido ritornello: “Ma allora approvate, giustificate, non condannate la violenza!”

Noi, più semplicemente, vogliamo guardare in faccia la realtà, che è la prima cosa da fare per cercare delle soluzioni.

Ci opponiamo all’idea insensata della destra di affrontare qualsiasi problema come un problema di ordine pubblico.

Vietare le manifestazioni, come ha già fatto il sindaco di Roma con quella degli operai della FIOM, approvare leggi liberticide, non serve a nulla: se non si incide sulle cause, la violenza continuerà a manifestarsi, magari sotto altre forme. Se verranno vietate le manifestazioni, magari dovremo assistere a rivolte come nelle banlieue parigine o nelle periferie di Londra.

E’ questo il paese che vogliamo?

Non ci distraiamo dal vedere ed opporci alle vere cause della crescente disperazione popolare: lo strapotere del capitale finanziario internazionale e delle multinazionali, i malgoverni sudditi, la sempre più iniqua distribuzione delle risorse, le caste che difendono un mercato globale avverso alle esigenze della gran maggioranza della popolazione del pianeta.