Che cosa dicono e che cosa fanno II

Mentre molti lavoratori e varie organizzazioni sindacali si preparano a scioperare il 6/9, il governo è arrivato ormai alla quarta versione di una manovra sempre più screditata, senza copertura, di pura aggressione contro il lavoro dipendente e il pubblico impiego in particolare.

Le dichiarazioni dei politici e dei sindacalisti vicini al governo sono patetiche: c’è chi vanta di aver fatto cancellare con una sola telefonata l’attacco contro le pensioni e chi vorrebbe da subito un aumento dell’IVA.

E’ ora di fermarli! A chi sostiene di non aver mai messo le “mani nelle tasche degli italiani” dobbiamo dire:
Giù le mani dall’articolo 18! Giù le mani dalle festività civili! Giù le mani dal nostro TFR!

In allegato la seconda parte del nostro comunicato sulla manovra.

MARTEDI 6/9 SCIOPERO GENERALE
CORTEO ORE 9.30 PORTA VENEZIA


Dicono di voler combattere l’evasione fiscale

Ma fanno solo gli spot. Con quale credibilità chi ha depenalizzato il falso in bilancio e fatto condoni su condoni manderà degli evasori fiscali nelle galere che già scoppiano? L’86% dei lavoratori autonomi dichiara meno di € 20.000. Gioiellieri, benzinai e ristoratori, solo per fare qualche esempio, dichiarano circa il 14% del loro reddito reale. A loro non è stato chiesto nessun tipo di contributo.

Dopo l’ennesimo scudo fiscale i capitali sono tornati all’estero, e nessuno pensa a come andare a stanarli.

Dicono di voler salvare le pensioni

Ma rinviano di 2 anni il pagamento del TFR nel pubblico impiego.

Dicono di voler colpire i privilegi della “casta”

Ma i pochi provvedimenti in questo senso sono solo fumo negli occhi, un contentino per imbonire chi, pur non avendo privilegi, continua a dover pagare il conto.

Dal 2008 avvertiamo che politici, banchieri, industriali vogliono farci pagare la crisi che hanno scatenato. Abbiamo detto che stavano iniziando a colpire i lavoratori greci, poi sarebbero arrivati anche da noi. Oltre ad avvertire abbiamo cercato di rispondere con gli scioperi. Oggi più che mai serve una partecipazione di massa di tutti i lavoratori, anche se ci sono dei sindacati complici del governo (quelli che Sacconi chiama “riformisti”: CISL, UIL e UGL) che si scagliano contro lo sciopero generale e son favorevoli alla cancellazione dell’art.18 contenuta nella manovra!

Non è vero che siamo nella stessa barca. Non siamo noi a dover pagare, non siamo noi a dover salvare l’Italia. Devono pagare quelli che si sono arricchiti negli ultimi decenni sfruttando sempre più
selvaggiamente lavoratori italiani e stranieri, evadendo sistematicamente il fisco e muovendo capitali enormi da un capo all’altro del mondo.