Nuovo statuto

Il nuovo statuto cambierà qualcosa per noi lavoratori e lavoratrici?
Che cosa abbiamo da guadagnare e che cosa abbiamo da perdere?
In allegato un comunicato che prova a sintetizzare che cosa è realmente in gioco per quanto ci riguarda.
Per ogni approfondimento vi invitiamo a leggere i comunicati del nostro rappresentante nella Commissione e i documenti pubblicati sulla home page dell’Ateneo.


CHE COSA ABBIAMO DA GUADAGNARE, CHE COSA ABBIAMO DA PERDERE

Diversi resoconti del nostro rappresentante in commissione ci hanno puntualmente informati su un dibattito che, però, è obiettivamente difficile da seguire.

Proviamo a offrire una sintesi di quel che è in gioco per noi lavoratori.

DIPARTIMENTI
Da guadagnare: una maggior presenza nei consigli e possibilità di votare per il direttore significa poter entrare nel merito dell’organizzazione del lavoro e ottenere trasparenza sulla ripartizione del conto terzi.
Da perdere: una presenza ancora minore di quella attuale significa riaffermare il modello baronale paternalistico, che prevede che qualsiasi cosa venga data al personale in termini di lavoro e di soldi, rappresenti un premio alla fedeltà.

DIVISIONI E BIBLIOTECHE
Da guadagnare: consigli di divisione e di biblioteca, che ci permettano di entrare nel merito dell’organizzazione del lavoro.
Da perdere: tutto continua come prima, probabilmente in modo più verticistico, data l’impostazione della riforma, che vuole importare il modello delle imprese private.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Da guadagnare: per come è scritta la riforma nulla, ma possiamo cercare di arginare lo strapotere del rettore e dei consiglieri esterni.
Da perdere: la nostra rappresentanza, già prima poco più che decorativa, potrebbe sparire del tutto. In CDA potrebbero sedere rappresentanti di banche, aziende e potentati politici che mirano a un’università asservita ai loro interessi. Questo significa anche lavoratori più asserviti. Inoltre la proposta della commissione prevede un voto indiretto: sarebbe il Senato a votare delle candidature già filtrate da una commissione.

SENATO ACCADEMICO
Da guadagnare: una rappresentanza, anche se il nuovo Senato avrà ben poche prerogative, rispetto al CDA e al rettore-padrone.
Da perdere: anche qui potremmo essere completamente assenti.

RETTORE
Da guadagnare: per il lavoratori è previsto un voto ponderato che fa sì che 1 nostro voto valga circa 1/10 di quello di un docente. “1 testa, 1 voto” è un principio troppo democratico per la commissione?
Da perdere: la riforma ne fa un monarca quasi assoluto. Dura in carica per 1 mandato di ben 6 anni con grandissimi poteri. Già, quindi, tenderà a rispondere ben poco del suo operato. Figuriamoci se i voti dei lavoratori fossero irrilevanti!

Non si tratta soltanto di affermare la nostra pari dignità come lavoratori rispetto alle altre componenti, cosa di per sé importantissima, ma anche di decidere delle nostre condizioni di lavoro nei prossimi anni. Lo Statuto non è materia per pochi esperti, ma qualcosa che influenzerà in avvenire le nostre condizioni e i nostri rapporti di lavoro, la nostra possibilità di farci sentire. Per questi motivi, come CGIL di Ateneo abbiamo inviato, insieme alle altre organizzazioni sindacali e alla RSU, una richiesta di audizione urgente.