La nostra democrazia, la loro oligarchia

Le consultazioni elettive si sono concluse.

Ci congratuliamo con Umberto Varischio che ha ricevuto l’appoggio di molti lavoratori, dimostrando così che una politica sindacale di coerente difesa dei lavoratori paga sempre.

Questo però è solo l’inizio.

Infatti, nel leggere la composizione della Commissione, emerge con molta chiarezza come le logiche baronali, di cui si è fatta portavoce la Gelmini, sono state pedissequamente applicate:

il futuro della “Statale” sarà stabilito da una compagine composta nella maggior parte da professori ordinari (8, se consideriamo anche il rettore, su 15 componenti, e che, in onore dell’aritmetica, avranno sempre la maggioranza!)…. e in maggioranza da professori di sesso maschile, in onore alle pari opportunità!

E’ stato concesso, inoltre, 1 solo lavoratore tecnico – amministrativo su 15 componenti.

Questo nonostante la richiesta unitaria di oo.ss., rsu e rappresentanti di aumentare il numero t.a. in commissione, che il CDA si è limitato a respingere in toto, senza nemmeno entrare nel merito.

Ai baroni e, a onor del vero, anche ad altre componenti, sembra normale che la democrazia funzioni così: senza elezioni (noi abbiamo dovuto fare una forzatura per riuscire a organizzare in fretta e furia le elezioni: non hanno voluto nemmeno concederci la proroga di pochi giorni).

I numeri purtroppo non ci aiutano in commissione.

Ma ci aiutano fuori.

E’ importante più che mai far sentire che il lavoratore che siede a quel tavolo non conta 1 bensì i 1912 lavoratori: tutti coloro che ogni giorno fanno campare questa università.

E’ un inizio in grande velocità, quello imposto dal Rettore. In altri atenei non è stato così.

Sembra piuttosto una corsa alla ratifica dello Statuto, che ci porta a pensare male, non solo perché chi lavora in fretta ha maggior rischio di commettere errori o leggerezze, ma anche perché sorge il dubbio che l’urgenza sia soprattutto quella di prorogare il proprio mandato.

Noi della Cgil non vogliamo sottostare alle logiche del potere e affiancheremo Umberto Varischio in quella che si presume sarà una durissima battaglia per ottenere un trattamento paritario negli organismi decisionali di questo Ateneo.