La legge Gelmini, come è noto, prevede che gli statuti delle università siano riscritti da una commissione, che il CDA e il Senato vorrebbero nominare l’1/2/2011.
Come CGIL di Ateneo abbiamo più volte denunciato il carattere anti democratico della riforma Gelmini. Questo carattere risulta anche dalla composizione della commissione che, secondo le regole elaborate, a partire dalla legge, dal Senato Accademico, attribuisce ai tecnici-amministrativi solo 2 rappresentanti su 15.
Noi, che crediamo nella parità di tutte le componenti, e riteniamo che la democrazia implichi parità di
rappresentanza, riteniamo che nella commissione dovrebbero esserci 6 tecnici-amministrativi.
Inoltre, d’accordo con i ricercatori e con altre organizzazioni sindacali, consideriamo di fondamentale importanza che la designazione avvenga mediante libere elezioni.
La commissione statuto riscriverà le regole che governeranno l’università nei prossimi anni. Sarà il luogo dove si dovrà rivendicare, a nostro parere, la presenza paritaria in tutti gli organi. Ricordiamo qui la nostra richiesta, che anche altre organizzazioni hanno detto di condividere, di dare a tutto il personale diritto di voto su tutti gli ordini del giorno nei dipartimenti (e anche per l’elezione del direttore), di modificare le
attribuzioni e la composizione dei consigli di biblioteca e di costituire i consigli di divisione. Sarà anche il luogo dove si dovranno mettere gli argini alla presenza di interessi esterni all’università (imprese, banche, fondazioni, politici vari) e allo strapotere che la riforma vuole assegnare ai professori ordinari.
Per questo motivo sosterremo candidature di persone che condividano questi obiettivi e che abbiano la competenza e la combattività necessarie per sostenerli anche in un contesto non democratico, che ci vede in forte inferiorità numerica.