Su la testa

Di tutto si è detto a seguito del “referendum ricatto” voluto da Marchionne, Fiat, Governo, Cisl, Uil e Ugl. Ognuno ha stabilito dal proprio salotto la vittoria degli uni e la sconfitta degli altri.

È vero che la “nostra democrazia” è una questione aritmetica, ma le relazioni sindacali e la politica vanno oltre al saper contare fino a 50+1.

Quello che è emerso chiaramente è che gli sconfitti sono i lavoratori che si sono dovuti esprimere, con una pistola alla tempia, se preferiscono la fame o la schiavitù.
Altrettanto chiaramente è emerso che i vincitori sono i lavoratori che, nonostante la pistola alla tempia, non hanno abbassato la testa e con enorme forza e dignità hanno detto No.

Chi non lo riconosce è quantomeno in mala fede.

La FIAT è un’azienda che tutti noi contribuenti finanziamo quotidianamente pagandole la cassa integrazione, e che abbiamo finanziato in passato con incentivi, aiuti vari e regalandole pure l’Alfa Romeo (che lei ha provveduto a chiudere). In questi giorni viene spacciata come l’impresa che porterà il futuro anche nella vecchia Italia.

Un futuro di povertà e barbarie, privo di diritti e dignità non solo per gli operai Fiat, ma per tutti i lavoratori. Il Ministro Sacconi auspica che modello Marchionne sia il modello italiano al grido di 10, 100, 1000 Mirafiori.

Molti economisti già affermano che Marchionne vuole abbassare tutele e diritti per essere più appetibile sul mercato e, a breve, vendere la Fiat al miglior offerente, magari orientale. È questo il suo piano industriale? È questa la politica industriale di questo Governo?

Prepariamoci quindi, perché già altre aziende metalmeccaniche si stanno adeguando e presto toccherà a tutti i lavoratori subire il medesimo destino.

È necessario che i lavoratori e i sindacati siano pronti a rispondere compatti a queste offensive che garantiscono a padroni e dirigenti di avere le tasche sempre piene mentre i lavoratori sono solo carne da macello.

Il 28 gennaio saremo in piazza insieme ai metalmeccanici per sostenere gli operai di Mirafiori e della FIOM, che hanno saputo opporsi all’ignobile ricatto che Marchionne ha imposto a loro e a tutto il paese.

Marceremo a testa alta con loro, che, abbandonati da tutti, la testa non l’hanno abbassata davanti a nessuno.