Rimandata o bocciata?

Dopo essere stata approvata alla Camera, la pessima riforma Gelmini potrebbe venire affossata dalla caduta del governo. La FLC CGIL, che ha realizzato il 17 novembre 2010 uno sciopero contro questa riforma e ha partecipato alle mobilitazioni di studenti e ricercatori, ritiene che questo sarebbe un ottimo
risultato, dovuto anzitutto a chi è sceso in piazza o è salito sui monumenti o ha occupato gli atenei!

In questi giorni alcuni sostenitori della riforma hanno sostenuto delle palesi falsità, che ci sembra importante smentire:

C’è chi ha detto che finalmente i rettori potranno fare un solo mandato per, al massimo, 6 anni.

Questo è vero, ma si sono scordati di dire che, a beneficio dei rettori in carica (come il presidente della CRUI Decleva), è prevista una proroga in servizio di 1 anno (che decorre dopo l’approvazione del nuovo statuto, la quale può avvenire fino a 9 mesi dopo la pubblicazione della legge).

C’è chi ha detto che la presenza di membri esterni in CDA è limitata a 3 su 11.

Si son dimenticati un “almeno”. Il nuovo CDA, che deciderebbe insieme al rettore quasi tutto, deve avere almeno 3 membri esterni (delegati da banche, finanziarie, uomini politici), ma potrebbe averne anche di più (nessun tecnico-amministrativo potrebbe comunque farvi parte).

C’è chi ha detto che i tagli sono rientrati.

Non è vero, la restituzione di una parte delle risorse tagliate semplicemente ci garantisce la sopravvivenza per un altro anno; poi si vedrà. Peraltro è anche previsto che gli atenei possano fondersi, nel tal caso il personale dovrebbe esser spostato dalle sedi che chiudono.

C’è chi ha detto che non ci saranno conseguenze per il diritto allo studio.

Falso. Diminuiscono drasticamente i trasferimenti alle regioni per le borse di studio. Il governo istituisce un fondo per il merito (da erogarsi indipendentemente dal reddito) e i “buoni studio”, che sono prestiti da restituire dopo il conseguimento della laurea.

C’è chi ha detto che è una riforma contro i baroni.

Falso. I baroni accresceranno il loro potere: il Rettore verrà eletto solo dai professori ordinari. La compresenza di più figure precarie (a quelle del passato si aggiungono i ricercatori a tempo determinato), con interessi spesso contrapposti, aumenterà la loro ricattabilità. L’abilitazione nazionale,
spacciata come soluzione agli scandali degli attuali concorsi locali, potrà essere concessa indiscriminatamente, senza limiti numerici e le università potranno così scegliere, fra la massa degli abilitati, i docenti più graditi.