Incompatibili

Si moltiplicano gli inviti al voto…peccato che gran parte dei candidati abbiano chiari problemi di incompatibilità…

POTEVATE STUPIRCI CON EFFETTI SPECIALI

E CI SIETE RIUSCITI!

L’elenco dei candidati per questa terza riconvocazione delle elezioni per Senato e CdA, fatta questa volta su 2 giorni e con ben 10 seggi, per raggiungere un quorum del 33% (!) riporta in gran parte gli stessi nomi che ricorrono sempre, in cielo in terra e in ogni luogo. Non solo, quindi, negli organi accademici, ma anche in Rsu, nelle Organizzazioni Sindacali ed anche Comitato pari opportunità.

Peccato che, come motiva precisamente una delibera del Senato Accademico dell’università Milano-Bicocca, esiste una, comprensibilissima, incompatibilità di ruoli.

“..L’art. 9 del CCNQ RSU del 8/7/1998 (accordo quadro per la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei comparti delle pubbliche amministrazioni e per la definizione del relativo regolamento elettorale) prevede che la carica di componente delle RSU è incompatibile con qualsiasi altra carica in organismi istituzionali o carica esecutiva in partiti o movimenti politici…”

“…Anche per la dirigenza sindacale gli statuti delle organizzazioni sindacali stabiliscono, tra le altre, l’incompatibilità della carica assunta nell’ambito del sindacato con quella istituzionale e/o di governo e di amministrazione e gestione in enti pubblici.

A supporto di quanto sopra detto si ricordano l’art. 12 dello Statuto CISL, l’art. 7 dello Statuto della CGIL, l’art. 4 dello statuto RDB…”

In base allo Statuto d’Ateneo il Senato accademico stabilisce la politica generale e le strategie di sviluppo dell’Università definendo, tra l’altro, i criteri per la distribuzione del personale tecnico amministrativo e gli indirizzi generali in materia di politica del personale, mentre il Consiglio di Amministrazione delibera sugli accordi sindacali (Questo è vero anche in Statale, NdA). Ora è ovvio che, laddove lo stesso soggetto si trovasse ad essere componente delle RSU e quindi ricoprisse la posizione di chi ha concorso alla redazione di un accordo in certi termini a precipua tutela dei lavoratori e, contemporaneamente, fosse senatore o consigliere di amministrazione e quindi si trovasse a dover deliberare indirizzi da una parte o provvedimenti di allocazione delle risorse finanziarie, si troverebbe in palese conflitto di interessi…”

In questa condizione di incompatibilità si trovano oggi, per quanto ne sappiamo noi: Ghezzi, Liistro, Maccarone, Naldi, Romano e Surace.

Se si dimettessero dalla RSU, stante il regolamento delle RSU, questa dovrebbe decadere.

Perché sono sempre le stesse persone a voler ricoprire tutti gli incarichi?

Se un’organizzazione sindacale non ha sufficienti attivisti, che rinunci a qualche poltrona!