Il Lupo perde il pelo ma non il vizio

Ricomincia la campagna elettorale e, puntualmente, il modello berlusconiano viene rispolverato.

Si individua un nemico da prendere di mira e gli si attribuiscono tutte le colpe.

E così, mentre per il Premier il nemico sono i Comunisti, tra le mura nostrane è la Cgil.

Così tanta attenzione ai nostri movimenti e alle nostre parole da parte delle altre Organizzazioni

Sindacali ci lusinga, ma mostra tutta la debolezza di chi sfoga le proprie frustrazioni contro il bersaglio sbagliato.

In questi anni abbiamo mostrato nella prassi quotidiana cosa pensiamo e come agiamo, sia all’interno che all’esterno dell’Ateneo. Le nostre posizioni sono sempre state chiare, coerenti, argomentate ed inequivocabili, senza timori reverenziali verso nessuno. Abbiamo formulato molte proposte, alcune realizzatesi, altre no (o non ancora).

Non siamo sindacalisti di professione, non abbiamo e non vogliamo compensi o gettoni di presenza per ciò che facciamo. Siamo lavoratori e stiamo in mezzo ai lavoratori. I problemi che noi poniamo sono reali, condivisi coi colleghi nel lavoro quotidiano e successivamente rielaborati all’interno del nostro Comitato degli Iscritti.

Le nostre posizioni sono quindi il frutto di una elaborazione collettiva di molte decine di lavoratori che si confrontano quotidianamente e non i sofismi isterici di chi si parla allo specchio.

Questa è la nostra forza che si palesa nelle iniziative e nelle mobilitazioni che organizziamo.

Questo è per noi fare sindacato. Stare dalla parte dei lavoratori perché siamo lavoratori.

Ci lascia l’amaro in bocca vedere come si tenda a screditare chi ha denunciato la nomina dei nuovi
dirigenti e non chi li ha nominati. Oppure che ci si accusi di voler applicare la Legge Brunettao la Riforma Gelmini, quando per primi (e troppo spesso da soli) ci siamo opposti e le abbiamo combattute. O che tutti facciano il diavolo a quattro per le elezioni di CDA e Senato e nessuno voglia e richieda a gran voce quelle degli RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che chiediamo da anni di poter rieleggere) o delle RSU (che scadono a novembre). O quando ex consiglieri o ex senatori ci accusano di tenere tanto alle poltrone che loro hanno sempre occupato e si ricandidano a occupare per l’ennesima volta.

Quelle poltrone sono libere e noi non abbiamo nessuna smania di occuparle.

Semplicemente ve le lasciamo. Perché lì dentro, come abbiamo più volte spiegato, o si avvallano le decisioni di chi amministra l’Ateneo (come hanno fatto quasi sempre i rappresentanti dei

lavoratori), o si vota contro per pura testimonianza, condannandosi a non poter mai avere i numeri per modificare qualcosa.

Noi preferiamo fare attività sindacale e reputiamo le due cose incompatibili. Quindi crediamo che dirigenti sindacali e rsu non debbano stare negli organi accademici.

Noi abbiamo ben chiaro dove stare quando i lavoratori verranno in CDA e Senato a portare le loro richieste negli organi accademici.

Speriamo di non essere lasciati ancora soli.