Torniamo sulla recente approvazione della nomina dei 2 dirigenti con contratto di diritto privato: la fretta è, come sempre, cattiva consigliera.
L’amministrazione, che ha messo in secondo piano qualsiasi trattativa sindacale per dedicarsi ai nuovi dirigenti, si è scordata di un paio di leggi…per saperne di più c’è il comunicato in allegato.
Davanti a leggi ingiuste solitamente si oppone la disobbedienza civile, l’obiezione di coscienza, oppure la protesta di piazza e lo sciopero.
La nostra amministrazione, invece, non condividendo una legge, decide di non applicarla. In questo caso la legge non condivisa è il d.lgs. 165/2001, modificato dalla famigerata legge Brunetta.
Sugli incarichi dirigenziali la legge dice (art.19 “Incarichi e funzioni dirigenziali”):
“Gli incarichi di cui ai commi da 1 a 5 possono essere conferiti, da ciascuna amministrazione, entro il limite del 10 per cento della dotazione organica dei dirigenti appartenenti alla prima fascia dei ruoli di cui all’articolo 23 e dell’8 per cento della dotazione organica di quelli appartenenti alla seconda fascia, a tempo determinato ai soggetti indicati dal presente comma…..Tali incarichi sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell’Amministrazione, che abbiano svolto attività in organismi ed enti pubblici o privati ovvero aziende pubbliche o private…”
Nella nostra università il limite dell’8% verrebbe abbondantemente superato. Inoltre i due dirigenti provengono dai ruoli dell’Amministrazione, cosa che contraddice, oltre alla lettera della legge, anche una consolidata giurisprudenza che da anni si esprime contro gli incarichi interni, visti come possibili forme surrettizie di promozione.
I due contratti di diritto privato appena approvati dal CdA sono in evidente contrasto con questa normativa.
Il CDA non solo ha approvato all’unanimità, ma è stato pure rinfrancato dall’autorevole parere del revisore dei conti che, in modo del tutto inusuale, si è speso per argomentare sulla bontà della scelta (questo è detto soprattutto a beneficio di chi pensa che, non essendoci rappresentanti dei lavoratori in CDA, le informazioni non si vengano a sapere!).
A questo punto ci aspettiamo che l’amministrazione decida di NON applicare la sciagurata legge Brunetta anche quando si tratterà di stabilire le fasce di merito, di fare le trattenute in caso di malattia, ecc.
Ci aspettiamo anche di poter aprire presto una trattativa per valutare insieme quali leggi dello stato vogliamo applicare e quali no.
In subordine, se l’Amministrazione, il CDA e i revisori dei conti decidessero che è troppo imprudente non applicare delle leggi, ci aspettiamo un ripensamento sui due contratti di diritto privato.
Ripetiamo che, a differenza di altri, non abbiamo nulla di personale contro i due nuovi dirigenti. Non ci sembra, però, accettabile che i dirigenti diventino l’unica priorità dell’amministrazione, che fa passare in secondo piano la contrattazione decentrata, la difesa dei nostri stipendi, le stabilizzazioni di precari e le assunzioni di personale tecnico-amministrativo, la necessaria trattativa sulla riorganizzazione.
Abbiamo chiesto che i dirigenti rientrino in una discussione complessiva, ma l’Amministrazione ha deciso di chiudere la discussione ancor prima di aprirla. Anche a costo di “dimenticarsi” del d.lgs. 165/2001.