Avevamo ragione, quando per primi abbiamo affermato che inserire l’accesso programmato per i corsi di laurea in Lettere, Filosofia, BeniCulturali, Geografia e Storia fosse sbagliato.
Era sbagliato, per il modo con cui è stato imposto violando l’autonomia decisionale dei dipartimenti coinvolti, che accusati diessere “irresponsabili” sono stati privati della propria libertà decisionale.
Era sbagliato perché non ascoltava le istanze degli studenti in presidio davanti al Senato e ignorava le nostre istanze, ovvero dell’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa, in questo Ateneo.
Dato che la vigorosa protesta di studenti, docenti e personale è rimasta inascoltata, un’associazione studentesca ha presentato ricorso al TAR e lo havinto!
Unadecisione errata ben al di là delle ragioni riportate dal TAR, perchél’Università dovrebbe essere incubatrice di pensiero, innovazione tecnologica, confronto e apertura.
Tutto questoè stato disatteso dal Rettore, non colpevole di avere un’opinione diversa dalla nostra, ma di averla imposta, arroccandosi su motivazioni e convinzioni che adesso si palesano errate, oltre che nei contenuti, anche nella forma.
Non siamo stati a guardare prima che il TAR si esprimesse e di certo non lo faremo adesso.
Chiediamo ai senatori e ai consiglieri che in buona fede hanno sostenuto il rettore in questa scelta infelice, di non rendersi ulteriormente conniventi con questo modus operandi e di avere un atteggiamento maggiormente critico nei confronti del rettore e delle sue forzature.
Questo non è certo un caso isolato. Oltre all’accesso programmato, riconosciamo le stesse modalità nel voler far approvare il progetto del campus all’area Expo di Rho, nel far entrare la Celere in ateneo, nell’ignorare le istanze dei lavoratori che chiedono una rappresentanza più democratica, ecc.
Inoltre, grazie a quest’ennesima scorrettezza, il nostro Ateneo, nel pieno delle immatricolazioni e delle attività di orientamento, rischia di perdere migliaia di studenti che non sapendo se dovranno o meno sostenere il test d’ingresso, potrebbero rivolgersiad altri atenei, con rettori più assennati.
Come organizzazione sindacale di questo Ateneo abbiamo attivamente sostenuto gli studenti, convinti che la lotta paghi.
Intatti, l’intervista rilasciata dal ministro Fedeli al Corriere apre addirittura a delle modifiche legislative per ovviare alle contraddizioni di una normativa che imporrebbe, nel futuro prossimo, un rapporto numerico tra studenti e docenti da mantenere per non perdere finanziamenti, oltre al demenziale vincolo sulle assunzioni determinato dai punti organico.
La via per modificare delle leggi ingiuste è quella del contrasto e della mobilitazione e non essere più realisti del re, come ha fatto il rettore.
Chi ha grandi responsabilità, quando commette errori con ripercussioni così gravi, dovrebbe fare un’assunzione di colpa e dimettersi.
Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere