Il “Protocollo di intesa in materia di orario di lavoro, lavoro agile e telelavoro per il personale tecnico amministrativo e bibliotecario” firmato alla fine del 2020, dopo lunghissimi mesi di trattative, ha rappresentato per tutti noi un grande passo in avanti nella conciliazione casa-lavoro.
Purtroppo ogni conquista dei lavoratori deve essere sempre vigilata e presidiata perché, come per la tela di Penelope, c’è sempre qualcuno che la notte provvede a disfare ciò che costruiamo di giorno. Uno degli istituti che è stato preso di mira da subito è lo smart working orario. Vi abbiamo informati sui tentativi di cancellarlo, ma ignoravamo un atto unilaterale molto grave da parte della Direzione TELA.
Secondo una loro interpretazione del Protocollo, lo smart working orario sarebbe accettabile solo nelle giornate “ordinarie”. Tradotto significa: “se sei a tempo pieno e fai più di 7 ore e 15 (o 7 il venerdì), anche se le ore di smart sono corrette, l’ufficio presenze provvederà a cancellartele”. Esempio: 2 ore di smart working orario dopo 5 ore e 30 in presenza = cancellazione delle 2 ore di smart working (!!!).
Abbiamo chiesto che, se la situazione fosse confermata in questi termini, cessi immediatamente una prassi totalmente ingiustificata, che porta a non riconoscere un un’attività lavorativa svolta e spesso documentabile. Aggiungiamo che si dovranno restituire ai lavoratori le ore lavorate e indebitamente cancellate.
Già che siamo in clima di ferie estive, ricordiamo che cancellare giorni di ferie è illegale. Le scadenze contrattuali solitamente vengono rispettate, e chi non è in grado di rispettarle può far chiedere al proprio responsabile una proroga motivata, che però non può essere soggetta a un mercanteggiamento con la Direzione TELA.
Che cosa accomuna questi comportamenti? La costante diffidenza verso il nostro operato, l’idea che il lavoratore cerchi sempre di imbrogliare l’amministrazione. In un ateneo in cui i lavoratori “regalano” ogni anno migliaia di ore di riposo compensativo non usufruito (quelle tagliate al 30/4/2022 furono quasi 10.000, quelle di quest’anno ve le comunicheremo non appena la Direzione TELA risponderà alla nostra richiesta), c’è ancora qualche dirigente e qualche responsabile che interpreta il proprio ruolo come quello del gendarme. Questa sfiducia e questa rigidità (la flessibilità è richiesta solo a noi) creano continui malumori, perdite di tempo e un clima immotivato di tensione.
Ci è stato inoltre segnalato che qualche responsabile si è inventato lo “smart working riproporzionato” in base ai giorni di ferie usufruiti nel mese, ma quest’ultima trovata merita un altro comunicato che vi invieremo nei prossimi giorni.
A nostro avviso è venuta l’ora di smetterla: questi atteggiamenti nei confronti dei lavoratori non sono più accettabili.
In allegato la locandina in formato PDF