Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
Per il prossimo anno, così come accaduto nel 2022/23, l’ateneo potrà deliberare un cospicuo numero di assunzioni di personale tecnico, amministrativo e bibliotecario (TAB). I punti organico straordinari già assegnati per il 2024, come vi abbiamo già scritto il mese passato, saranno 136. Su richiesta del consigliere Cerini, il Consiglio di Amministrazione (CdA) ha deliberato che 60 punti andranno al personale TAB. Ipoteticamente potremmo assumere circa 200 nuovi colleghi. A questi potranno aggiungersi 18,8 punti organico della dotazione ordinaria che verranno prossimamente assegnati.
L’EMERGENZA SALARIALE DEL PERSONALE
Nel resoconto di settembre abbiamo già scritto di come, nei fatti, le assunzioni deliberate nel 2022/23 siano andate a rilento (per problemi nel costituire le commissioni) e non abbiano comportato un incremento del personale. Questo perché molti posti a concorso sono stati vinti da colleghi interni e ci sono state circa 100 cessazioni. Pensate però che i pensionamenti ogni anno (e da anni) sono mediamente solo una trentina, mentre molti più colleghi si licenziano o si trasferiscono per andare a cercare stipendi più alti altrove. A noi sembra pertanto che il problema degli organici nasconda un problema più grande: un’emergenza salariale del personale TAB, aggravata da un’inflazione al 10% e dai rinnovi sempre tardivi dei Contratti Nazionali (CCNL). Come sapete, a breve si firmerà il CCNL 2019/21 già scaduto, mentre nella prossima legge di stabilità, al momento, non è previsto il finanziamento per il rinnovo del CCNL 2022/24: cosa che ci fa temere che anche questo contratto verrà rinnovato oltre la sua scadenza. Cosa possono fare i singoli atenei per migliorare la situazione? Progressioni economiche orizzontali (PEO, in corso nel nostro ateneo), progressioni economiche verticali (cioè i passaggi da B a C, da C a D, ecc.), mantenere e incrementare il Fondo Comune d’Ateneo. Approfondiamo questi ultimi due temi nei paragrafi seguenti.
LE PROGRESSIONI ECONOMICHE VERTICALI: UN’OPPORTUNITA’ DA COGLIERE
Il nuovo CCNL prevede che, fino al 30/6/2026, un massimo del 50% dei posti messi a concorso possa essere riservato agli interni tramite una “procedura comparativa” per operare le progressioni verticali (PEV). Non sarà richiesto come requisito d’accesso il titolo di studio necessario per l’accesso dall’esterno. Per il passaggio da B a C serviranno 8 anni di servizio e 10 anni per quello da C a D. I criteri di valutazione dovranno essere contrattati da ogni ateneo: un 25% del punteggio dovrà premiare l’esperienza, un 25% i titoli di studio, un 25% la formazione. L’obiettivo della CGIL d’ateneo è contrattare questa tematica appena sarà firmato definitivamente il CCNL (vi informeremo a riguardo). Come avete letto sopra, l’elevato numero di punti organico permetterebbe di fare molti passaggi (ogni passaggio pesa solo 0,05 punti). Abbiamo insistentemente chiesto di cominciare a trattare le PEV, in modo da essere pronti con l’entrata in vigore del nuovo CCNL.
UN FONDO COMUNE D’ATENEO DA MANTENERE E INCREMENTARE
Veniamo al Fondo Comune d’Ateneo (FCA). La “relazione annuale sulla ricerca 2022” presentata in Senato ci permette di darvi qualche bella notizia. Come sapete, tra le voci che alimentano il FCA, molte derivano dalla parte che va al bilancio d’ateneo proveniente dai finanziamenti alla ricerca. Se i finanziamenti da ricerca commissionata da esterni sono calati del 13% (-1,4 milioni), al contrario, i finanziamenti da bandi competitivi nazionali e internazionali sono cresciuti del 90% (+27,5 milioni, derivanti principalmente dai PRIN).
Grazie alla lotta della CGIL d’ateneo del 2021 volta a incrementare le risorse che alimentano il FCA, approvata poi dal CdA e estesa fino al 2026 su richiesta del rappresentante del personale TAB, abbiamo aumentato notevolmente le trattenute a favore del FCA. Questa operazione consente di limitare l’impatto che le PEO avranno nei prossimi anni sul FCA di tutti, stimabili tra i 1.600 e i 2.000 € lordi complessivi, spalmati su 6 anni. E’ possibile che, in particolare grazie ai PRIN e ai finanziamenti da bandi europei, il contestuale incremento delle entrate che alimentano il FCA, mitigherà gli effetti nelle tasche dei lavoratori con l’ulteriore beneficio, fino alla pensione, dell’aumento stipendiale prodotto dalla PEO. Sarà fondamentale che queste risorse siano confermate stabilmente oltre il 2026, inserendo anche nuove voci di alimentazione del fondo, proprio per far fronte all’emergenza salariale che stiamo denunciando: come CGIL lavoreremo anche su questo.
I DATI SUL DIRITTO ALLO STUDIO CONFERMANO L’IMPOVERIMENTO IN ITALIA
La “relazione annuale sul diritto allo studio 2022/23” ha fornito al Senato alcuni dati interessanti. Uno dei più rilevanti è che negli ultimi sette anni, gli aventi diritto idonei di borsa di studio sono aumentati addirittura del 50%: oggi sono 30.000, su un totale di 310.000 studenti in Lombardia.
Come abbiamo detto in Senato, se è vero che molti idonei sono studenti internazionali, è anche vero che questo dato sembra rilevare di come si sia impoverita progressivamente la classe media in Italia negli ultimi anni, classe media che in ateneo è rappresentata proprio dal personale TAB che soffre, alla pari di tanti lavoratori, per l’emergenza salariale di cui abbiamo scritto sopra. Come scrivevamo due anni fa in occasione dello sciopero generale, il “combinato” di tasse alte e stipendi bassi, fa sì che il potere di acquisto della maggioranza dei lavoratori in Italia negli ultimi 30 anni sia quello che è cresciuto di meno in Europa (si veda la tabella).
Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.